LA GUERRA E' FINITA

"E nonostante le bombe alla televisione
Malgrado le mine
La penna sputò parole nere di vita
La guerra è finita
Per sempre è finita
Almeno per me"



Ci avete mai pensato a quanto sono lunghi due secondi?

A quante cose si possono fare in due secondi?

A quante cose ti possono succedere in due secondi, che non ti sono mai successe in quarant'anni di vita precedente?


Non mi sono mai sentita così importante come in quei due secondi di quella mattina di sole di inizio settembre.

Per la prima volta in vita mia, tutto il mondo mi ha vista, mi ha guardato. Così tanti occhi levati su di me, puntati su di me.

Non ho avuto bisogno di cercarli, di cercarne lo sguardo, di implorarli silenziosamente come avevo fatto così tante volte, per quarant'anni.

Lo sapevo perfettamente, l'ho capito perfettamente, quella mattina di sole, che erano fissi su di me, sui miei capelli biondi, sui miei jeans, sulla mia maglietta.

Sui miei occhi, chiusi.

E non mi sono mai sentita così bella, così luminosa, così splendente, così leggera e invincibile come in quei due secondi di settembre.

Perché, sebbene avessi gli occhi chiusi, sapevo esattamente cosa stava succedendo attorno a me.

L'automobile grigia appena uscita dal garage di fronte a casa mia che rallentava in prossimità della rotatoria per immettersi su via Emilia; le tre persone in piedi dentro al fruttivendolo all'angolo della strada, di fronte all'ingresso del parco, in attesa che il commesso pesasse le melanzane; la nonna con la nipotina che stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali; e il treno.

Il treno delle 9:15, proveniente da Firenze, che cominciava a frenare in prossimità della stazione, appena oltre gli alberi con le prime foglie gialle, ancora folte e appena mosse da una brezza appena accennata.

E gli sguardi dei passeggeri, dai finestrini. Io li sentivo, li sentivo tutti su di me, pur senza vederli, come bambini appiccicati alla vetrina del negozio di giocattoli.

Ho fatto un respiro più profondo, prima di trattenere il fiato.

Un respiro a pieni polmoni. E con l'aria, attraverso le narici, è stato come se entrassero tutte le persone che avevo conosciuto, che conoscevo, e che avevo dimenticato.