ALLA FINE

La fiera delle banalità.
Stucchevoli.
Sdolcinate.
Nella loro sincerità.

Da leggere lentamente.

Te lo ricordi quando eravamo più giovani?

Te le ricordi tutte le tue fotografie di quando eri più giovane?

Te li ricordi i sorrisi, come erano spensierati e pieni?

Non le risenti, per una frazione di secondo, quelle stesse sensazioni non appena rivedi l'immagine di un momento rimasto impresso nella tua mente?

Non la avverti ogni volta quella dolcezza? Quel senso di poterla toccare di nuovo?

Non ti sembra che non sia veramente morto tutto il passato, ma che un giorno o l'altro rivivrà ancora?

Non hai quell'impossibile certezza che un giorno vedrai ancora il sorriso di tua madre mentre ti augura la buonanotte?

Non hai quell'impossibile certezza di poter guardare negli occhi alla distanza di una carezza la tua compagna di liceo alla quale non hai avuto abbastanza tempo - sorriso di compassione per questa innocente scusa - per raccontarle le sensazioni che ti faceva provare?

Fermati un attimo, pensaci un attimo.

Li vedi scorrere davanti ai tuoi occhi quegli occhi che ti hanno guardato da vicino? Quei sorrisi, quelle emozioni condivise? Quel calore. Quelle voci, quella voce, non la senti ancora uguale?

La mano ruvida e tremante di tuo padre che ti faceva sentire più forte non ti sembra di sentirla ancora sulla pelle?

La vedi la palla che rotola sull'erba insieme a tutta la vita dei tuoi dieci anni che rotolava più velocemente di lei? E il sole che vi illuminava di giallo e di erba non lo vedi ancora?

Fermati un attimo, aspetta ancora un attimo.

L'energia inspiegabile nelle rughe dei tuoi nonni, nelle loro gambe così insicure e inutili.

La paura nascosta nei loro occhi, di stare guardando per l'ultima volta la tua faccia che sorride loro, e la paura nascosta nei tuoi occhi, di trovarti un giorno sulla loro poltrona.

Leggetemi una poesia di malinconia. Leggetemi una poesia che mi intrappoli per sempre tra i suoi versi. Leggetemi una poesia che mi intrappoli per sempre insieme con tutte le persone che hanno vissuto una stilla di vita con me. E datemi solo il tempo di impararla a memoria.

Il mare, quello te lo ricordi ancora bene, vero?

Quando lo vedi per la prima volta e sai che sarà il tuo destino. E cammini lentamente sulla spiaggia infinita verso di lui. E l'attesa dell'acqua fredda ha già eccitato ogni cellula di pelle del tuo corpo. E sai, e lo sai che ti prenderà e ti porterà con sé rovesciando ogni tua faticosa certezza.

Le vedi ancora queste immagini?

Lo sai che sono ancora tutte lì, lo sai che potresti allungare il braccio e toccarle ancora. Lo senti, che potresti.

Lo sai che è impossibile, eppure sai che loro ci sono ancora.

Ti rivedi quando eri più giovane? Quando questo momento che stai vivendo ti sembrava anni luce distante, quasi impossibile da raggiungere.

Quando il mondo era più piccolo di come lo vedi ora. Quando invece era uguale a questo, ma chissà perché adesso ti sembra più piccolo.

Cantatemi una canzone d'amore.

Parlatemi della vita.

Riempitemi di parole. Riempite il vuoto che mi riempie con tutte le parole della mia vita. Suonatemi la musica della loro canzone, e cantatemi la loro canzone senza ritornello.

Riparlatemi della mia vita. Raccontatemi ancora una volta le cose che ho fatto. Raccontatemi ancora cosa abbiamo condiviso insieme. Raccontatemelo ancora, come una barzelletta che ci faceva ridere.

Datemi parole, lanciatemi parole, inondatemi di parole, delle nostre parole.

Cantatemi ancora quella canzone d'amore. Anzi, cantiamola insieme.

No, scusate, mi sono sbagliato.

Ho fatto confusione.

Non stavo parlando davvero di me, non ricordo veramente tutte quelle immagini che avete visto sul tavolo.

Ho scambiato una donna di cuori con un fante di denari, ho nascosto qualche asso nella manica, e anche un paio nella scarpa, perché così posso barare anche in estate.

E' stato solo un gioco.

Uno scherzo.

Un trucco da prestigiatore.

Ma perché non facciamo un'altra partita, vi va?