21 MINUTI
(Quante cose si possono fare in 21 minuti?)
Il 28 Ottobre 2021, in uno degli Stati Uniti d'America, John Marion Grant è stato ucciso, a seguito di condanna a morte. A questo link di wikipedia trovate ulteriori dettagli sulla vicenda. Lessi un articolo su un quotidiano, in cui veniva data enfasi alla sofferenza eccezionale che il condannato subì a seguito dell'iniezione. Si potrebbe parlare della pena di morte, delle modalità di esecuzione, fare confronti. Insomma, si potrebbero seguire tante strade. Tra le tante, ho provato a immaginarne qualcuna.
E io mi immagino quindi ago di quella siringa, a seguire il mio istinto di infilarmi, di penetrare, di conficcarmi, quasi invisibile, quasi impercettibile, attraverso la pelle e la carne e le vene. Ignaro del volto, degli occhi, dei ricordi, della storia, dei sogni, delle paure che hanno attraversato le stesse vene da questo preciso istante all'indietro fino a 60 anni fa, quando questa persona che mi sta ospitando per pochi secondi naque. Ignaro del nome del liquido che sta attraversando il mio corpo metallico, ignaro del nome di quelle molecole e di come si legheranno con le molecole che corrono impetuosamente in quei canali rossi così vivi e pulsanti di energia e di calore, ancora per qualche minuto.
Io, ago, so solo pungere, come la spina di una rosa per due innamorati, come l'ago di una siringa abbandonata sotto a una panchina nel parco dietro a casa mia di notte, come l'ago di un anestetico, come l'ago di un antidoto nei film di Indiana Jones, come l'ago di una bilancia tra la vita e la morte.
E mi immagino boia, il boia, se ancora si chiama così, che non aziona una ghigliottina, che non spara con un moschetto a un uomo bendato, ma con competenze infermieristiche impeccabili individua il punto esatto sulla pelle, quella pelle vecchia di sessant'anni e di colpe e assassinii che nemmeno conosco ma che deduco dalla circostanza, e io faccio solo il mio lavoro, e mi hanno preparato per queste circostanze, e io cosa posso farci, faccio parte di un sistema, di un meccanismo più grande, e qualcuno deve pur farlo. E voi che mi disprezzate, voi che vi chiedete "ma come puoi", voi cosa ne sapete di quel che proverò questa notte, di quel che dirò a mio figlio e a mia madre e mio padre. E voi lo avreste, il coraggio di sedervi sulla mia sedia?
Io, boia, pagato per uccidere, la mano nella mano di altri. Io, boia, che rimbalzo tra il rimorso e la spersonalizzazione, che semplicemente non posso esistere veramente dentro me stesso, perché non potrei sopportarlo. Io, boia, che esisto solo per fare quel che nessun altro ha il coraggio di fare.
Che esisto solo per non esistere veramente, perché altrimenti non esiterei un solo istante a conficcare quell'ago nel mio, di braccio.
E io, John Marion Grant, che ti urlo "let's go, let's go", che urlo a tutti voi "let's go, let's go", a tutto te, bastardo mondo, "let's go, let's go", mondo maledetto che mi hai messo su questa sedia. E li vedete i miei occhi bruciare e la mia voce riempire la stanza e il silenzio assordante delle vostre orecchie dietro al vetro. Perché non mi è rimasto altro da fare che accelerare la corsa di questo treno, perché rallentarla anche solo di un ulteriore minuto sarebbe insopportabile.
Io, John Grant, che 23 anni fa ho tolto la vita a un'altra persona, o almeno così mi dicono, e io quasi non riesco a ricordare come è stato, e perché è stato, e che non mi sono mai chiesto come debba essere stato per loro, vedere i miei occhi un attimo prima che i miei occhi togliessero la luce ai loro. Che da 23 anni maledico quel giorno di 23 anni fa, anche se non riesco nemmeno più a ricordarlo veramente.
Io, John Grant, con la mia storia, le mie parole di sessant'anni, i miei famigliari che mi stanno guardando da dietro il vetro, e loro chissà cosa stanno pensando, chissà se almeno loro riescono ancora a provare qualcosa. Chissà come sarà la luce del giorno domani mattina, per loro che la potranno vedere.
E io, Valerio, che conto ventun minuti, penso a cosa farò nei miei prossimi ventun minuti, una doccia e prepararmi per uscire, come è giusto che sia e come voglio che sia.
E che in mezzo a tanti dubbi tra un ago, un boia e un John Marion Grant, in mezzo a ventun minuti che non riesco nemmeno a immaginare per un solo secondo, a delle persone uccise vent'anni fa e alla loro storia, a dei famigliari dietro al vetro e ad altri famigliari che piangono da vent'anni e ai loro ventun minuti e ai loro vent'anni, a un giudice, a una comunità da proteggere e all'incubo di un nome che si scrive Midazolam, in mezzo a tanti dubbi sento una sola certezza.
La certezza di fare in modo di non diventare mai quell'ago, di non diventare mai boia, di non diventare mai John Grant, e di giudicare sempre guardando sia dentro di me che dentro all'altra persona.